Era atteso lunedì, è slittato a oggi. Il confronto ci sarà: Conte e Draghi, faccia a faccia per definire il futuro del governo. Il leader pentastellato ha posto alcune condizioni per la permanenza del Movimento 5 Stelle all’interno dell’esecutivo. Oltre al no all’invio di armi a lunga gittata all’Ucraina e, tra le altre, al ridimensionamento del reddito di cittadinanza, c’è anche lo stop al termovalorizzatore di Roma.
I rifiuti della Capitale rappresentano quindi un elemento fondamentale per la stabilità politica del paese. E’ il decreto legge Aiuti l’oggetto della discussione, che entro il prossimo 16 luglio deve essere convertito alla Camera e sui cui il governo potrebbe apporre la fiducia. Al suo interno è presente una norma che dà al sindaco di Roma Roberto Gualtieri i poteri per costruire il termovalorizzatore nell’«interesse dei cittadini».
Su questo Conte sembra non sentire ragioni: la permanenza del suo partito nel governo è subordinata all’interruzione sul nascere del progetto termovalorizzatore capitolino. Da subito il partito pentastellato ha tentato di modificare il testo del decreto legge Aiuti, nella parte relativa all’impianto tomano, con un emendamento però bocciato nella commissione Bilancio.
L’alternativa proposta dal suo partito è la ossicombustione che prevede il trattamento dei rifiuti romani tramite combustione senza fiamma. La proposta è stata lanciata da Beppe Grillo, che sul suo blog ha scritto: “L’economia circolare recupera materiali utili. Ma rimangono dei residui e poi i residui dei residui e alla fine non ci fai più nulla di utile. Quindi sono destinati alla discarica a terra. La tecnologia senza fiamma può chiudere i cicli di recupero con operazioni a bassissimo impatto ambientale”. Oggi sarà la giornata decisiva per capire come verrà delineato il piano rifiuti nella Capitale.