Tutti i giorni ci troviamo di fronte ad una analisi del differenziale tra Btp e Bund, o in altre parole dello spread. Ma cos’è lo spread? Perchè è così importante? E in cosa consiste questo differenziale tra Btp e Bund?
Ecco cos’è lo spread e cosa occorre sapere nel merito, con una spiegazione il più semplice possibile.
Cos’è lo Spread: significato e spiegazione sul differenziale
Dunque, cos’è lo spread e dunque il differenziale Btp/Bund?
In poche parole lo spread è un valore che indica la differenza di rendimento tra titoli di Stato italiani e tedeschi e nel dettaglio la forbice tra il rendimento offerto dal Btp (buono del tesoro poliennale emesso dallo Stato italiano) a 10 anni e quello offerto dal suo corrispettivo tedesco, il Bund.
Perché è così importante? Semplice. Ad oggi lo spread viene preso come riferimento per misurare la stabilità econbomica di un paese in relazione con gli altri paesi.
È inoltre preso come riferimento e indice della fiducia dei mercati nei confronti di un Paese. In questo caso, l’Italia.
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Dunque quando ci si chiede cos’è lo spread e ci si interroga sulla consistenza del differenziale tra Btp e Bund si ha a che fare con un particolare indice di comparazione tra titoli di stato.
L’oscillazione di questi titoli è evidentemente influenzata dalle vicissitudini politiche, economiche e finanziarie dei rispettivi paesi e va a sottolineare le vere e proprie curve di crescita o viceversa di decrescita del movimento economico di un paese in quel particolare contesto.
Del resto, Spread è preso in riferimento anche un termine generico per indicare, semplicemente, la differenza esistente fra due valori in quanto tale.
Si parla di spread a tutto tondo, dunque. Ma nel caso più comune, e quello che interessa maggiormente agli italiani (esperti di economia e non) è per appunto quello che traccia la differenza tra il valore dei titoli di stato italiani e quelli teutonici.
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Cos’è lo Spread e perchè è così al centro dell’attenzione pubblica
Lo spread tra i Btp e i Bund inevitabilmente assunto un significato molto più influente a livello anche mediatico a partire da una data ben nota.
Era il 2011: lo spread finì al centro dell’attenzione pubblica, quando divenne ‘popolare’ la centralità, nelle valutazioni finanziarie, del differenziale tra i Btp italiani e i Bund tedeschi.
All’inizio di quell’anno, il 4 gennaio, era a 173 punti. Dopo un’estate caotica e il passaggio di consegne, a Palazzo Chigi tra Silvio Berlusconi e Mario Monti, a novembre arrivò a quota 528.
Da allora viene monitorato con assidua attenzione e in molti casi ansia. Tutti si chiedono cos’è lo spread e in molti, al mattino, controllano appunto il differenziale online.
Il differenziale Btp/Bund è un indizio fondamentale per comprendere lo stato di salute dell’economia italiana.
Se il differenziale tra Btp e Bund tedeschi è troppo alto, salgono molto anche gli interessi sul debito pubblico che l’Italia deve pagare ai suoi crebditori.
Il valore dello spread cambia, come si intuisce, a seconda delle variazioni del prezzo dei titoli di Stato. È questo che davanti a crisi politiche, istituzionali o economiche di un paese, lo spread subisce alterazioni significative.
Molto spesso molte crisi si sono risolte proprio analizzando come i mercati hanno reagito a quella determinata situazione.
Si intuisce, ad esempio, che se lo spread scende, allora forse una particolare fase politica, o una manovra o una iniziativa finanziaria sia stata ben accolta dai mercati e dai finanziatori, e di conseguenza viene preso come evidente segnale, se non di crescita del ‘sistema paese’ quantomeno della stabilità o della percezione in quanto tale.
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