È la mossa che ha il potere di tracciare una prima linea profonda sulla sua legislatura, una scelta che se non si può dire che scontenti tutti, sicuramente ha lasciato spiazzate le varie parti in causa. L’annuncio del sindaco Roberto Gualtieri in merito al già tanto discusso termovalorizzatore per Roma ha innanzitutto sorpreso i consiglieri democratici, che comunque si sono stretti attorno al primo cittadino. Storcono il naso invece gli esponenti più ecologisti e di sinistra della coalizione.
Il nodo sta nel fatto che l’impianto non era nel programma elettorale, né è stato il risultato di un confronto interno al partito. Motivo per il quale l’appoggio di cui gode Gualtieri potrebbe non essere, per così dire, molto sentito. Di certo non sono d’accordo Marco Miccoli, del pd, che ha parlato di gestione del partito come una “caserma”, così come la presidente del IX Municipio Titti Di Salvo e il segretario della Cgil Roma e Lazio Natale di Cola. Nella coalizione, si oppongono fermamente Verdi e Sinistra Civica Ecologista. Ma anche dalla Pisana si levano i malumori del Movimento 5 Stelle, con l’assessore alla Transizione ecologica Roberta Lombardi, che puntualizza come non sia fattibile un appoggio pentastellato sul termovalorizzatore. Paradossalmente, al momento la scelta di Gualtieri trova appoggio più fra le opposizioni, calendiani e leghisti su tutti, che di certo non hanno mai fatto mistero di riconoscere il termovalorizzatore come migliore soluzione per i rifiuti della Capitale.