Ora ci prova pure Mario Draghi: l’esecutivo ha inserito la nuova autostrada Roma-Latina nell’ambito delle opere interessate dal disegno di legge governativo sulle infrastrutture viarie del centro sud. La notizia, confermata nelle scorse ore, ha riacceso l’ottimismo su un’opera di cui si favoleggia da tempo ma che inspiegabilmente è rimasta sinora sempre al palo.
Un’opera sognata da 30 anni
Nel tempo la nuova autostrada Roma-Latina è stata definita “un sostegno importante al tessuto produttivo e al sistema logistico del basso Lazio e all’hinterland agro-industriale”: oltre ad agevolare il trasporto merci su gomma e a decongestionare la trafficatissima Pontina, consentirebbe un collegamento più rapido da e per l’aeroporto di Fiumicino e accorcerebbe i tempi per raggiungere il litorale laziale, meta turistica ma anche sede di tante seconde case di romani. Un’opera tanto strategica che se ne parla da 30 anni e che dal 2001 ha pure un progetto e cospicui finanziamenti che avrebbero concesso di far partire il cantiere. Ma nulla, tra burocrazia, rimpalli di attribuzioni tra l’Anas e la Regione Lazio, ricorsi e contro ricorsi, proteste di cittadini e associazioni ambientaliste, il cosiddetto “corridoio tirrenico” già annoverato tra le opere strategiche inserite nella legge obiettivo non è mai partito. Ora torna in auge dopo che il Governo Draghi, poche ore fa, ha inserito la nuova autostrada tra le infrastrutture viarie interessate dal nuovo disegno di legge che si propone di potenziare e sviluppare la mobilità nel centro sud.
Un tracciato di 63 km (con strade annesse)
E dire che l’opera, in se, non è nulla di mastodontico: l’ultimo progetto, per il quale nel 2011 venne lanciata in project financing una gara da quasi tre miliardi in cui anche i privati avrebbero dovuto investire, parla di un tracciato di 63 km, cui andrebbero aggiunti una bretella da 31 km verso Valmontone e 46 km di viabilità secondaria. Eppure, nonostante buona parte delle risorse siano state stanziate, di rinvio in rinvio il progetto della Roma Latina è finito nel calderone tutto italiano delle opere incompiute. Chissà se questa volta sarà quella buona. In una intervista concessa al quotidiano “Il Messaggero”, il ministro per il Mezzogiorno Mara Carfagna ha confermato che la nuova legge di iniziativa governativa prevede tutte le risorse necessarie per quello che potrebbe essere un vero e proprio piano Marshall per le infrastrutture viarie del Meridione: un capitolo che per la verità la Commissione europea aveva tenuto fuori dal Recovery Plan ma che sarà rifinanziato con i fondi per la Coesione, cioè 73 miliardi di euro di cui 23,5 miliardi appena rifinanziati dalla manovra.