Un patto per rilanciare la città di Roma, dando a chi la amministra quei poteri speciali necessari per governare un territorio fuori dall’ordinario quale la capitale d’Italia: è il manifesto programmatico che le forze politiche di centrodestra hanno sottoscritto a favore di Enrico Michetti a poche ore dal ballottaggio per l’elezione del nuovo sindaco di Roma in programma domenica e lunedì.
“Una squadra di persone perbene”
Più che sul programma, l’avvocato specializzato in diritto amministrativo prestato alla politica punta ad evidenziare soprattutto i profili dei professionisti che comporranno la sua squadra di governo. Michetti li definisce “una squadra di persone perbene” e in più di un’occasione ha ribadito di credere profondamente nel valore del team: “Abbiamo cercato di creare una squadra di grandi eccellenze con Matone e Sgarbi, a cui ora si è aggiunto anche Bertolaso – ha dichiarato ancora recentemente il candidato del centrodestra -: il nostro obiettivo è proseguire secondo questo criterio formando una squadra di persone competenti e valorose”. All’insegna dello slogan “Roma in persona”, Enrico Michetti ha condotto una campagna elettorale complicata e controversa, segnata dalle critiche degli avversari ma in qualche occasione anche della sua stessa coalizione. E, quasi a voler mettere le mani avanti, è lui stesso ad ammettere di aver perso tempo e occasioni: “In questi giorni – ha dichiarato recentemente – ho capito una cosa: Giorgia Meloni ha fatto un danno enorme perché era stato già preparato uno spartito. Ma lei ha candidato un moderato con un passato da centrista. E questo ha sconcertato tutti. Così in cento giorni di campagna ho ricevuto 86 attacchi, quasi uno al giorno”.
Michetti… come De Gasperi
Su questo aspetto, Enrico Michetti ha più volte insistito quasi ad alimentare la narrazione di un candidato-gladiatore nell’arena politica degli avversari e, talvolta, ha tradito il proprio “superego”: “Ho vissuto in piccolo quello che ha vissuto De Gasperi – dice il “tribuno del popolo”, come viene soprannominato per i suoi trascorsi di commentatore fisso ai microfoni di un’emittente radiofonica locale: fu un mito assoluto e un grande statista. Quando si rivolse alla Conferenza di pace di Parigi disse: ‘So che tutto è contro di me tranne la vostra personale cortesia’. Ma quell’uomo ricostruì il Paese e mise i presupposti per il boom economico”. Mutatis mutandis (o almeno così crediamo) Michetti ribadisce di sentirsi un candidato in trincea: “In questa campagna tutto è stato contro di noi, tranne una coalizione unita e un fatto valoriale forte, fatto di gioia, serenità e pace. E questo non lo distruggeranno mai”. E il programma? La sfida di rimettere in modo Roma è proibitiva, ma il tecnico prestato alla politica confida nei romani e soprattutto nei dipendenti pubblici che, debitamente motivati secondo un’ottica sempre più meritocratica, possono svolgere un ruolo strategico: “Roma deve ripartire da tre punti fermi: pulizia, efficienza e sicurezza. Uscire dalla fase attuale di non amministrazione per cambiare marcia. Nel momento in cui faremo ripartire la macchina amministrativa metteremo in campo la fantasia del mondo privato. Possiamo lanciare una vera rigenerazione urbana perché ci sono i soldi del Pnrr. Una grande possibilità per Roma”. (G.Av)